Sant’Agostino sosteneva che «L’uomo non trova pace sino a che non placa la propria sete in Dio», per cui si può ragionevolmente affermare che la magia e la superstizione rappresentano dei succedanei (nocivi e affatto dissetanti) di quell’acqua viva di cui ci parla l’Evangelista Giovanni nel capitolo 4.
La parola superstizione (dal latino superstes = superstite) rimanda all’angoscia primordiale e fondamentale che preoccupa il cuore dell’uomo fin dalla sua esistenza.
La superstizione alla quale facciamo spesso ricorso, altro non è che la presunzione di avere credenze e compiere pratiche, che nella valutazione della cultura e delle religioni superiori, ufficiali e dominanti, sono ritenute frutto di errore e d’ignoranza, di convinzioni prive di qualsiasi fondamento empirico e religioso.
Padre Gilles Jeanguenin, specializzato in psicopatologia clinica, nel suo libro “Non è vero ma ci credo!” (Edizioni San Paolo, pagg. 114, euro 7.50), appena pubblicato, accenna alle varie scienze che interessano la superstizione (antropologia, sociologia, storia, psicologia), proponendo poi la riflessione teologica sul tema, maturata dalla sua esperienza di sacerdote, oltre che dall’insegnamento della Chiesa.
L’autore tenta di fornire una visione d’insieme su quelle che sono ritenute le superstizioni più diffuse e lo fa con umorismo e ironia, convinto che queste ultime sono ottime armi per combatterle.
La pubblicazione, frutto di una ricca documentazione, religiosa e profana, suscita la curiosità del lettore che scopre le strane origini delle superstizioni antiche e moderne, mentre le testimonianze e i racconti tratti dall’esperienza pastorale danno all’opera il sapore di autenticità della vita vissuta.
Jeanguenin, in sostanza, attraverso la sua inchiesta tenta di chiarire il significato, la provenienza, le forme nuove della superstizione anche in relazione alla salute non solo corporale ma anche spirituale. Insomma una spiegazione morale e scientifica del problema.
La pubblicazione, frutto di una ricca documentazione, religiosa e profana, suscita la curiosità del lettore che scopre le strane origini delle superstizioni antiche e moderne, mentre le testimonianze e i racconti tratti dall’esperienza pastorale danno all’opera il sapore di autenticità della vita vissuta.
Jeanguenin, in sostanza, attraverso la sua inchiesta tenta di chiarire il significato, la provenienza, le forme nuove della superstizione anche in relazione alla salute non solo corporale ma anche spirituale. Insomma una spiegazione morale e scientifica del problema.
È il caso di ricordare, per concludere, che secondo il politico inglese Edmund Burke, «La superstizione è la religione degli spiriti deboli».
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