lunedì 18 ottobre 2010

DOSSIER "SUPERSTIZIONE"

Alcune domande sulla superstizione:
  
● Che cos’è esattamente la superstizione ?

Oggi si indica per superstizione «l’insieme di pratiche magico-simboliche, spesso in contrasto con la religione e fortemente irrazionali; ma possono anche essere considerate superstiziose delle false idee sulle pratiche religiose, alle quali si dedica eccessiva attenzione, con la consapevolezza che il loro corretto svolgimento – o di contro l’infrazione – possano influire pesantemente sulla realtà»1.
Nella maggior parte dei casi il soggetto superstizioso attribuisce a ogni atto, oggetto o avvenimento il potere misterioso e irrazionale di favorire un evento positivo o di scongiurarne uno negativo: toccare ferro, indossare un indumento particolare o portare con sé un oggetto porta fortuna sono solo alcune tra le centinaia di superstizioni che esistono. Gli atteggiamenti superstiziosi, dunque, implicano la convinzione che forze invisibili e sconosciute possano essere invocate mediante il ricorso a oggetti particolari o a determinati rituali. Sono ugualmente ritenute forme di superstizione la magia, la stregoneria e, più genericamente, l'occulto. 
Qualsiasi comportamento umano è complesso e composito, e questa osservazione vale anche per quelli superstiziosi. Definirli è, per lo meno, assai difficile a causa delle loro molteplici sfaccettature e perché essi sono vari e numerosi quanto lo sono gli individui che vi credono. I superstiziosi tendono a pensare che ci sia una qualche forza occulta che governa gli eventi e che i nostri atti influenzino gli eventi futuri. In realtà questo accade di rado e la statistica lo dimostra. Di conseguenza la relazione tra superstizione ed evento atteso è del tutto casuale. Prodotte dall’irrazionale, dall’ignoranza o da paure inconsce, quando gli eventi sembrano sfuggire al controllo umano, le credenze superstiziose sono ovunque, in qualsiasi paese, cultura, religione e hanno lunga vita.

Alcuni esempi di superstizione:

- Bouquet : il classico lancio del bouquet a fine cerimonia. La sposa, con le spalle rivolte verso un gruppo di amiche, lancia il suo bouquet: per la ragazza che riesce ad afferrarlo ciò significa che riceverà presto una richiesta di matrimonio.
- Civetta : vedere o sentire fischiare una civetta non è mai di buon auspicio. 
- Gatto : nell’antico Egitto il gatto era ritenuto sacro ma nel medioevo scade ad animale diabolico. I gatti neri, infatti, furono identificati con il satanico e, per questo motivo, venivano cacciati ed uccisi.
- Ferro di cavallo: è un segno di fortuna trovarlo, ma a condizione che abbia un numero di buchi dispari e che, come si usa in alcune zone d’Italia, vi si leghi un peperoncino rosso per renderne più efficace il potere. Questa tradizione risale all’epoca romana: era l’uso comune di fissare un ferro di cavallo, con le punte rivolte in alto, alle pareti dei granai, delle stalle o delle stesse case per allontanare i fulmini e le malattie.
- Fiammiferi : porta sfortuna utilizzare in tre lo stesso fiammifero.
- Sale : anticamente era simbolo di amicizia, tanto è vero che si poneva una coppa di sale davanti ai commensali. Un giorno, sembra che un invitato abbia inavvertitamente fatto cadere la coppa sul tavolo, suscitando l'ira del padrone di casa il quale, sguainata la spada, uccise il poveretto. Pare che questo episodio abbia fatto nascere il detto che versare il sale porti sfortuna.
Se viene rovesciato sulla tavola porta sfortuna. 
- Quadrifoglio: arreca fortuna e felicità ma non lo si deve cogliere, basta guardarlo e toccarlo.
 e tante altre superstizioni ancora……2.

● I giovani sono meno superstiziosi dei loro genitori o nonni?

Diversi sondaggi realizzati in Francia negli anni 2000 hanno rivelato una sorprendente inclinazione degli adolescenti dai diciotto a ventiquattro anni per l’irrazionale in generale: più di 52% credono nei sogni premonitori o nella telepatia, da 30 a 35% danno credito alle predizioni dei veggenti, allo spiritismo (tables tournantes) e alla stregoneria. L’inchiesta conferma che le donne più degli uomini e i giovani più degli adulti credono nel paranormale e che molti di coloro che hanno fiducia nella possibilità di un rapporto con il mondo dei morti hanno una cultura alta e un titolo di studio di scuola superiore. Il professor Guy Michelet, direttore di ricerca al CNRS (Centre National de la Recherche Scientifique), che ha condotto l’inchiesta, parla di risveglio religioso dopo la secolarizzazione dei decenni trascorsi, ma evidenzia che si tratta di una religiosità confusa e contorta. Commentando, nel 2002, le risposte dei giovani, Guy Michelet, scriveva: «Le credenze nel paranormale si sviluppano soprattutto tra coloro nei quali le credenze religiose si sgretolano. È spesso il caso dei giovani rispetto ai più anziani».3
Dalla mia inchiesta realizzata nel Nord Italia risulta che il 38 % dei ragazzi e ragazze di età compresa tra 15 e 18 dichiarano di credere almeno in una o più superstizioni. Questa constatazione non significa, però, che i giovani di oggi siano meno superstiziosi dei loro genitori o dei nonni. Si tratta di altre forme di superstizione, che rientrano nello schema normale dell’adolescenza, periodo in cui il giovane sente il bisogno di staccarsi dal modo di pensare e di credere dei propri genitori. Le nuove forme di superstizione che attraggono i giovani sono loro suggerite dal cinema, dalla moda, dalla musica, da internet … e in questo campo – come in altre cose – si dimostrano particolarmente curiosi e innovativi. Ecco qualche dimostrazione.
Con la festa di Halloween siamo tornati al paganesimo. Nell’ 835 Papa Gregorio IV, infatti, spostò la festa di Tutti i Santi dal 13 Maggio al 1° Novembre, pensando così di imporre un nuovo significato ai culti pagani. Per lo stesso motivo la Chiesa aggiunse, nel X° secolo, una nuova festa: il 2 Novembre, per ricordare i fedeli defunti allorché nelle pratiche superstiziose i morti venivano festeggiati dai loro cari con maschere di santi, angeli e diavoli e con l’accensione di falò. I simboli della festa di Halloween sono tutti di natura macabra e di ispirazione esoterica. Basti ricordare che il pipistrello, famoso simbolo della festa di Halloween, è collegato alla stregoneria e alla morte in molte culture diverse. Questi festeggiamenti, che per i genitori rappresentano solo un divertimento, sono, in verità, un forte richiamo a temi dell’orrore in gradi di influenzare negativamente i bambini incutendo loro pensieri e immagini di: paura, morte, violenza, spiriti, fantasmi, stregoneria, demoni4.
I ragazzi, da sempre, hanno nutrito una forte curiosità nei confronti del mondo del fantastico. Oggi troviamo numerosi giornalini destinati a bambini ed adolescenti con connotazioni di magia e di superstizione. Vari libri o giochi di play station sono, infatti, una porta aperta verso un mondo pagano, dominato dalla superstizione e dalla magia: giocando, il ragazzo entra inconsapevolmente nel mondo dell’occulto. Molti divertimenti, ideati per attirare la gioventù (musica, tatuaggi, giochi, moda, film dell’orrore,…), sono a sfondo superstizioso e magico: eroe immortale, vampiri, poteri magici, mostri, fantasmi, … ed esibiscono simboli di morte che, a volte, possono indurre i più deboli a ricercare maggiori emozioni con l’uso di droghe o familiarizzandosi con il mondo satanico.

Problema di soldi o di superstizione?

Un giorno, ricevetti la visita di un uomo che desiderava per espormi un suo problema:
- “Padre, mia moglie è appena uscita da un ricovero in clinica psichiatrica e si è lasciata ingannare da un mago che le ha garantito la salute in cambio di un assegno di 10.000 Euro. Mia moglie, purtroppo, ha firmato l’assegno e ora non so come fare per recuperare i miei soldi”!
- “Le consiglio di rivolgersi all’autorità giudiziaria e denunciare quel ciarlatano” risposi.
- “Padre, questo non lo farò mai - rispose lo sfortunato marito - ho troppo paura che il mago si vendichi su di me mandandomi una fattura”.
Il problema è che quel genere di maghi non mandano mai nessuna fattura, … perché lavorano in nero! 
  
● Che cos’è la superstizione “religiosa”?
La Conferenza episcopale campana (CEC) dà questa definizione: «Superstizione è credere che possano esistere nelle cose materiali dei poteri soprannaturali che influiscono sulla vita dell’uomo. Questi poteri devono essere conosciuti, mantenuti propizi o placati e per questo ci sono delle persone addette: astrologi, chiromanti, cartomanti, maghi. A loro le persone superstiziose si rivolgono per ottenere protezione contro le avversità, aiuto e favore per la sicurezza personale, mezzi per una vita tranquilla e agiata, informazioni ritenute attendibili circa il futuro»5.

● Che cosa dice la Parola di Dio riguardo alla superstizione?

La Parola di Dio proibisce e condanna categoricamente ogni ricorso all’occultismo o all’uso di forze sovrannaturali per conoscere l’avvenire o entrare in comunicazione con i morti.
Ecco alcuni passi particolarmente significativi:
– Deuteronomio 18,10-14: «Non si trovi in mezzo a te chi immola, facendoli passare per il fuoco, il suo figlio o la sua figlia, né chi esercita la divinazione o il sortilegio o l’augurio o la magia; né chi faccia incantesimi, né chi consulti gli spiriti o gli indovini, né chi interroghi i morti, perché chiunque fa queste cose è in abominio al Signore; a causa di questi abomini, il Signore tuo Dio sta per scacciare quelle nazioni davanti a te. Tu sarai irreprensibile verso il Signore tuo Dio, perché le nazioni, di cui tu vai ad occupare il paese, ascoltano gli indovini e gli incantatori, ma quanto a te, non così ti ha permesso il Signore tuo Dio».
– Geremia 29,8-9: «Così dice il Signore degli eserciti, Dio di Israele: Non vi traggano in errore i profeti che sono in mezzo a voi e i vostri indovini; non date retta ai sogni, che essi sognano. Poiché con inganno parlano come profeti a voi in mio nome; io non li ho inviati. Oracolo del Signore».
– Deuteronomio 18, 10-12: «Non si trovi in mezzo a te ... chi esercita la divinazione o il sortilegio, o l’augurio,o la magia; né chi faccia incantesimi, né chi consulti gli spiriti o gli indovini, né chi interroga i morti, perché chiunque fa queste cose è in abominio al Signore».
– Levitico 19, 26b: «Non praticherete alcuna sorta di divinazione o di magia».
– Levitico 19, 31: «Non vi rivolgete ai negromanti né agli indovini; non li consultate per non contaminarvi per mezzo loro. Io sono il Signore, vostro Dio».
– Didachè III, 4: «Non prendere auspici dal volo degli uccelli, perché ciò conduce all’idolatria; non fare incantesimi, non darti all’astrologia, né alle purificazioni superstiziose, ed evita di voler vedere e sentire parlare di simili cose, perché da tutti questi atti ha origine l’idolatria»6.

● Come reagisce la Chiesa di fronte alla superstizione?

Nel corso dei secoli numerosi concili e sinodi di volta in volta hanno condannato la superstizione e ordinato al clero di combatterla con fermezza. È sufficiente ricordare il concilio di Palanza, anticamente Castiglia (1322), il sinodo di Ausburgo (1548), il concilio di Cambrai (1565) e il IV° concilio di Parigi (1829); il Concordato del 1801, stipulato tra la Santa Sede e Napoleone, cercò di estirpare credenze vaghe che non fossero fondate sull’autentica fede7. Il Catechismo della Chiesa Cattolica (1989), attualmente, ha il compito importantissimo di reiterare la condanna di ogni forma di superstizione e di pratiche magiche da parte della Chiesa.
Nell’Esortazione Pastores dabo vobis, Giovanni Paolo II affronta con grande realismo la situazione di crisi che la Chiesa attraversa oggi: “Anche nell'ambito ecclesiale, si registrano fenomeni preoccupanti e negativi, che hanno diretto influsso sulla vita e sul ministero dei sacerdoti. Così l'ignoranza religiosa che permane in molti credenti; la scarsa incidenza della catechesi, soffocata dai più diffusi e più suadenti messaggi dei mezzi di comunicazione di massa; il malinteso pluralismo teologico, culturale e pastorale che, pur partendo a volte da buone intenzioni, finisce per rendere difficile il dialogo ecumenico e per attentare alla necessaria unità della fede; il persistere di un senso di dif-fidenza e quasi di insofferenza per il magistero gerarchico; le spinte unilaterali e riduttive della ricchezza del messaggio evangelico, che trasformano l'annuncio e la testimonianza della fede in un esclusivo fattore di liberazione umana e sociale oppure in un alienante rifugio nella superstizione e nella religiosità senza Dio (Cap I, n.7)8. Per fronteggiare il dilagarsi del secolarismo, del relativismo e delle nuove religiosità, la Chiesa combatte gli errori dottrinali e la superstizione per mezzo della predicazione e dell’insegnamento. Il Magistero, infatti, pubblicando diversi documenti sulla questione intende raggiungere un duplice scopo: il primo è destinato a mettere in guardia il popolo di Dio contro i pericoli della superstizione, delle sette e della magia, e il secondo ripropone l’insegnamento della dottrina cattolica in base alle nuove realtà spirituali che la Chiesa incontra nella società di oggi.
Per debellare le pratiche superstiziose in Campania, la Conferenza episcopale suggerisce alcune vie di azione pastorale che sono quelle tradizionali, sintetizzate in questi verbi: “evangelizzare, vigilare, accogliere, catechizzare, … sapendo poi far buon uso dei sacramenti e dei sacramentali per santificare, benedire…”.
- Evangelizzare il popolo è il primo compito della Chiesa ed è anche il più efficace per sradicare la superstizione: “L’annuncio della dottrina e delle fede autentica, l’esperienza viva della salvezza nei sacramenti, un forte legame fraterno e solidale nella comunità, l’impegno generoso nel servizio della carità sono l’antidoto più efficace contro i surrogati della religione”.
- Vigilare è il compito dei vescovi e dei loro collaboratori. Una costante attenzione sul modo in cui i fedeli esprimono la loro fede è necessaria perché “la mentalità superstiziosa è in grado di corrompere anche gli atti di culto che rendiamo al vero Dio, quando si attribuisce un’importanza in qualche misura magica a certe pratiche, peraltro legittime e necessarie”.
- Accogliere i bisognosi è il compito della comunità ecclesiale perché “questa gente, smarrita di fronte al mistero dell’esistenza, ha bisogno, anzitutto, di essere accolta, ascoltata, illuminata, sostenuta dalla solidarietà e dall’interessamento della comunità, per superare situazioni di ansia, di paura e di incertezza sul futuro”.
- Catechizzare è il compito affidato alle parrocchie perché venga offerta a persone implicate nell’occultismo, “una forte testimonianza di tutti i mezzi di salvezza che si trovano nella Chiesa: la Parola di Dio, i sacramenti (in particolare la penitenza e l’eucaristia), la preghiera, la comunione fraterna, il servizio della carità”.
- Santificare è l’opera dello Spirito Santo nella Chiesa: “la grazia di Cristo si comunica agli uomini, per la potenza dello Spirito Santo attraverso i sacramenti dell’Iniziazione Cristiana (battesimo, confermazione, eucaristia), i sacramenti della guarigione (penitenza e unzione degli infermi), e i sacramenti sociali (ordine e matrimonio)”.
- Benedire è “un atto sacramentale della Chiesa nel quale si manifesta la fede nella presenza operante di Dio nel mondo e la vittoria pasquale del Signore Gesù”9.
La crescita nella fede e la santificazione del popolo di Dio è sicuramente il cammino migliore per eliminare le pratiche superstiziose, sia nell’ambito della vita personale che in certe devozioni o tradizioni popolari.

● Oggetti benedetti o amuleti ?

«Non si devono usare candele, incenso, sale e acqua benedetta fuori dei riti e delle circostanze stabilite dalla Chiesa. È superstizione, non fede, attribuire a essi un potere intrinseco contro i malefici e gli influssi diabolici o contro le malattie»10.
Sordi all’ammonimento dell’arcivescovo Antonelli, molti fedeli si aggrappano ad oggetti benedetti come se fossero amuleti o porta-fortuna. Bisogna rilegare a Dio tutto ciò che vi è di benedetto, perché di vero è solo la preghiera e la fiducia che si manifesta verso Dio e non verso l’oggetto benedetto.
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1 Centini M., Medicina e magia popolare in Liguria, ed. Servizi editoriali, Genova, 2005, p. 163.
2 Dizionario delle superstizioni, (Bugio A.), Hermes Ed., Roma, 1992.
3 Sondaggio realizzato per il giornale Phosphore nel novembre 2002. Vedi anche Avvenire, 13 maggio 2001, p. 21.
5 Cfr. Conferenza episcopale campana, «Io sono il Signore vostro Dio». Nota pastorale a proposito di superstizione, magia e satanismo, in «Il Regno-Documenti» 11 (1995), p. 357.
6 La Didachè è il più antico manuale conosciuto per l’insegnamento cristiano, non si sa nulla di certo circa l’autore e l’anno in cui fu scritta. Molto probabilmente fu redatta da un cristiano proveniente dal giudaismo verso la fine del primo secolo; l’origine è verosimilmente siriana. Per un’edizione recente, con introduzione e commenti di Agostino Clerici: Didachè - Letttere di Ignazio d’Antiochia - A Diogneto, Paoline, Milano 1998; il passo citato a p. 18.
7 Cfr. L e livre des superstitions, op. cit., p. XIV.
9 Conferenza episcopale campana, « Io sono il Signore vostro Dio » in Il Regno Documenti, 11/1995, pp. 236-237.
10 Antonelli E., Contro la superstizione, in Lettere Pastorali (1990-1991), Magistero Episcopale, Verona 1993, coll. 1211-1212.

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