martedì 19 ottobre 2010

Quello che hanno raccontato le vittime di Vanna Marchi


Quello che hanno raccontato le vittime  di una  popolare imbonitrice televisiva: Vanna Marchi 



Poco meno di 64 miliardi di lire (33 milioni di euro) in cinque anni: di magico, nelle televendite di Vanna Marchi, secondo la Finanza c’erano solo i profitti ricavati da oltre 300 mila clienti. Nove truffe su dieci colpivano donne, spesso pensionate, convinte a comprare consigli per il lotto, miracolosi prodotti dimagranti o amuleti contro il malocchio a prezzi variabili da 200 mila lire a decine o centinaia (fino a 600) milioni.
L’ordine d’arresto, avvenuto nel gennaio 2002, elenca 35 testimonianze di persone di mezza Italia (da Milano a Treviso, da Lucca a Teramo) che raccontano lo stesso copione e svelano meccanismi e minacce.
 G. «Le parole delle operatrici sono state: "Signora le deve succedere una cosa brutta". Ripetevano che nella mia vita c'era una forte negatività e che avevo vicino una donna molto negativa. Mi spaventarono moltissimo così anche se cinque milioni erano tanti accettai per paura. Ancora adesso quella previsione influenza la mia vita: temo di uscire di casa».
R. «Ho spiegato al telefono che mio figlio aveva un tumore. Mi dissero che per un milione avrebbero fatto un consulto. Ho accettato. Più avanti mi dissero che la situazione era così grave che ci sarebbero voluti altri quatto milioni e se non avessi pagato la situazione si sarebbe aggravata. Ho rifiutato e loro mi hanno detto che sembrava che io non volessi bene a mio figlio».
R. «Mi dicevano: stai attenta che ti succede qualcosa. Stai attenta a uscire in macchina. Stai attenta che le cose torneranno peggio di prima».
L. «Io ho un’azienda agricola. Avevo problemi e chiamai gli operatori. Mi dissero che mio marito era in pericolo. Dissero che potevano accadergli brutte cose, anche morire. Le negatività avrebbero potuto uccidere tutte le mie bestie e aggiunsero che poteva accadere qualcosa anche ai miei figli».
 F. «Il mio interlocutore mi disse che c’erano malefici terribili, in particolare sui miei figli. Io non accettai. Mi insultarono dandomi della stupida, della cretina e della deficiente».
M. «Il maestro facendomi le carte ha "visto" che mia figlia ha una fattura a morte. Io gli credo, spaventata, e un collaboratore mi dice che mi possono mandare delle cose per togliere questa fattura se pago dieci milioni. Io dico che non posso. Mi dicono che vanno bene 2.100.000».
I. «Io ho acquistato numeri del lotto ed enalotto con i quali non ho mai vinto nulla, articoli esoterici che non hanno dato i risultati promessi. Allora telefono disperata. "In via eccezionale vista la mia tragica situazione - mi rispondono - vanno bene tre milioni anziché sei". Risposi che non li avevo, che avevo debiti per la mia salute. Mi fu detto che mi sarei accorta di quanto mi sarebbe successo».
R. «Fui contattata da un’assistente di Vanna Marchi la quale mi disse che il cosiddetto maestro mi aveva letto le carte e aveva riscontrato un’influenza negativa su di me e sui miei tre figli. Io accettai di sottopormi al rito per evitare catastrofi. Mi inviarono oggetti per i quali ho pagato quasi 15 milioni di lire sempre in contanti. In più di una circostanza mi fu richiesto di non confidare a nessuno i rapporti intrattenuti con il “maestro” e i suoi assistenti: avrebbe provocato ulteriori e più gravi malefici».
B. «Dopo che mio marito si ammalò, ho contattato un numero di telefono per avere un consulto dal maestro Do Nascimento. Secondo loro eseguendo questi riti, si sarebbero risolti i miei problemi. Loro mi consegnavano il plico e io consegnavo la somma di denaro, dai 20 ai 30 milioni di lire. L’ultimo l’ho pagato 60 milioni».
R. «Vanna Marchi e il “maestro” attribuivano diversi significati alle mutazioni del colore dell’acqua o del sale. Spesso un colore piuttosto che un altro significava "negatività" e per sconfiggerla era necessario versare somme di denaro».

Fonti: Corriere della Sera 28 gennaio 2002.

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