La celebrazione del Venerdì nasce presso la Chiesa di
Gerusalemme, che era solita rievocare, con particolari riti, la passione
di Cristo presso i luoghi dove essa era realmente avvenuta. Il nucleo
della celebrazione, così come testimonia Giustini, è la celebrazione
della Parola di Dio e, in modo particolare, la Passione secondo
Giovanni. Il tutto si svolgeva con la prostrazione del vescovo e la
preghiera silenziosa, una prima lettura seguita dal Salmo, e una seconda
lettura, cui seguiva il canto della Passione. Il tutto si chiudeva con
le Orazioni solenni, che rielaborate, sono presenti oggi nella nostra
celebrazione. Oggi è anche giorno di digiuno. Il Signore è assente dal
mondo, allora i discepoli digiunano. L’odierna celebrazione non è stata
molto cambiata. E’ stata introdotta la comunione dei fedeli. Il vescovo
indossa le vesti rosse, simboleggianti la regalità di Cristo. Alla
celebrazione della parola segue l’adorazione della Croce. La
celebrazione termina con la comunione. In conclusione si può dire che
nel venerdì santo la Liturgia della Parola proclama la passione, le
Invocazioni pregano la passione, la Venerazione della Croce adora la
passione e la Comunione ci fa comunicare con la passione.
Preghiamo
O Dio, Padre onnipotente, che in Gesù Cristo tuo Figlio
hai assunto le piaghe e i patimenti dell’umanità,
oggi ho il coraggio di supplicarti, come il ladrone
pentito: “Ricordati di me!”
Sto qui, solo davanti a Te, nel buio di questo carcere, povero, nudo,
affamato e disprezzato,
e ti chiedo di versare sulle mie ferite l’olio del perdono e della
consolazione
e il vino d’una fraternità che rinsalda il cuore.
Curami con la tua grazia e insegnami a sperare nella
disperazione.
Mio Signore e mio Dio, io credo, aiutami nella mia
incredulità.
Continua, Padre misericordioso,
a confidare in me, a darmi una sempre nuova opportunità,
ad abbracciarmi nel tuo infinito amore.
Con il tuo aiuto e il dono dello Spirito Santo, anch’io sarò capace di
riconoscerti
e di servirti nei miei fratelli. Amen.
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