Chi volesse togliere dalla Santa
Scrittura ogni riferimento agli Angeli, non farebbe altro che sfasciare l’opera
creatrice di Dio. Si dovrebbe pure cancellare parte del nostro Credo, perché
Dio cesserebbe di essere professato Creatore del cielo e della terra, delle
realtà visibili e invisibili.
Nel riconoscere la presenza degli
angeli e la loro missione sulla terra, non vogliamo concedere loro un ruolo centrale
nella Storia della salvezza, giacché questo primato spetta solo alla persona di
Cristo. Quest’affermazione è assai fondamentale per la nostra fede, perché chi
volesse rendere un culto agli angli all’infuori di Cristo e dei suoi misteri cadrebbe
nel paganesimo o nel sincretismo. Questi esseri spirituali hanno per missione solo
quella che Dio ha voluto affidare loro e agiscono unicamente in vista
dell’adempimento della volontà divina.
Nella meditazione e nella celebrazione
dei misteri di Cristo, la Chiesa oggi festeggia i tre Arcangeli di cui la
Scrittura ha voluto rivelarne il nome: Michele, Gabriele e Raffaele. Questi
angeli si distinguono da tutti gli altri per la sublimità della loro missione: essi
sono servitori e messaggeri celesti, mandati da Dio per portarci l’annuncio
della salvezza e vegliare su di noi. Guardiamoli più attentamente.
I testi biblici pongono l’accento
sui due compiti dell’Arcangelo Michele:
egli difende l’unicità di Dio e la sovranità della sua autorità contro la
disobbedienza di satana; protegge il popolo di Dio dai pericoli.
Gabriele est il
messaggero dell’Incarnazione. Egli raccoglie il “Sì” della vergine Maria, che accetta
di diventare la madre del salvatore.
Nel libro di Tobia, Raffaele è l’angelo che porta la
guarigione fisica e spirituale. L’arcangelo è mandato da Tobia per rendergli la
vista, poi guarisce Sara e Tobia dai turbamenti che insidiano la loro coppia.
Rafaele, il cui nome significa “Dio guarisce”, spiega a Tobia come liberare la
moglie da un demonio che si opponeva al loro amore.
Che cosa insegnano gli Arcangeli
e come possiamo imitarli?
- Con la sua fedeltà e lealtà
verso Dio, Michele ci insegna il “discernimento degli spiriti”, che consiste
nel saper accogliere il bene e rifiutare il male. Questo principe delle milizie
celesti, che veglia sugli uomini, ci sprona a crescere costantemente nell’amore
di Dio. L’Arcangelo, che ha respinto nell’inferno Satana e gli altri spiriti
ribelli, desidera che il nostro amore per Dio sia totale: impegnarsi a servire
il Signore con tutto il cuore, combattere per la verità, perseverare fino alla
vittoria finale.
- L’angelo Gabriele, che portò
l’annuncio a Maria, bussa anche alla porta del nostro cuore, perché vi lasciamo
entrare Gesù. L’angelo non aspetta che il nostro “Sì” perché lo Spirito santo
possa agire in noi. Il Cristo, che sta alla porta di ogni cuore umano, ci manda
nel mondo perché andiamo a bussare al cuore degli uomini. A imitazione
dell’Arcangelo Gabriele, portiamo la chiamata di Cristo ai nostri fratelli,
dicendo: “Lasciate che Cristo venga nei vostri cuori, perché attraverso di voi,
è l’Incarnazione del Figlio di Dio che continua, e ciò, sino alla fine dei
tempi”.
- Raffaele, che rese la vista a
Tobia, guarisca anche noi da tutte le nostre cecità nei confronti di Dio. La causa
di queste tenebre interiori, che ci impediscono di vedere la luce di Dio, è il
peccato. Queste infermità e ferite dell’anima guariscono soltanto nel perdono
di Dio, che il sacramento della riconciliazione ci offre. Non tralasciamo mai questo
sacramento della guarigione e perseveriamo nella preghiera, perché è soltanto
in virtù della potenza dell’amore di Gesù che saremo guariti e salvati.
© Padre Gilles
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