mercoledì 2 febbraio 2011

E' possibile dialogare con l'Islam?


ROMA, giovedì, 20 gennaio 2011.  

La massima autorità dell'Islam sunnita, l'Accademia delle Ricerche Islamiche di Al-Azhar, con sede al Cairo, in Egitto, ha annunciato questo giovedì di aver sospeso a tempo indeterminato il dialogo con la Chiesa cattolica perché offesa dai ripetuti appelli di Benedetto XVI contro le violenze anticristiane verificatesi in questo paese e nelle nazioni a maggioranza musulmana.
      Il 2 gennaio scorso, in occasione della recita dell'Angelus, il Pontefice aveva definito “vile gesto di morte” il grave attentato perpetrato la sera del 31 dicembre contro una chiesa di Alessandria d'Egitto, che ha provocato 23 morti e il ferimento di un'altra decina di persone.
      Pronta la replica del Grande Imam di Al-Azhar, Ahmad at-Tayyeb, che aveva giudicato come un “intervento inaccettabile negli affari dell'Egitto” le parole del Santo Padre ed aveva domandato: “Perché il Papa non ha chiesto la protezione dei musulmani quando venivano massacrati in Iraq?”.
       Queste dichiarazioni avevano richiamato in patria (ufficialmente per consultazioni urgenti con il Governo) l'Ambasciatrice d'Egitto presso la Santa Sede, Lamia Aly Hamada Mekhemar, che di fronte alle telecamere di Rome Reports aveva sottolineato che “non è condivisibile l'opinione che i cristiani siano perseguitati in Egitto”, perché “persecuzione è una parola grossa […] con cui bisogna stare attenti”; “è un termine legale che non si può usare senza ragione”.
      “Il Papa – ha continuato – non ha accennato per nulla agli affari interni del Medio Oriente, limitandosi a dire: chiedo ai Governi di proteggere i cristiani e i cittadini del Medio Oriente. 'Al-Jazeera' ha interpretato questo passaggio come se il Papa avesse chiesto agli altri Governi di proteggere i cristiani, mentre lui ha rivolto la sua richiesta ai Governi locali”.
      Dal canto suo, lo Shaykh di Al-Azhar aveva invitato il Vaticano “a fare piu attenzione nei suoi interventi” dicendosi disposto a diramare un comunicato per spiegare quanto emerso durante l'incontro. “Ma in realtà – ha osservato padre Greich – il communicato non c'è mai stato, e siamo rimasti sorpresi nel leggere il communicato dell'Accademia delle Ricerche Islamiche in cui si manifestava la volontà di interrompere il dialogo con il Vaticano, mentre noi siamo convinti che tutto possa essere risolto con il dialogo". 

(Fonti: Zénit 21.01.2011).

      Sulla difficoltà di dialogare con l'Islam Monsignore Raboula Antoine Beylouni, vescovo di Curia di Antiochia dei Siri si era espresso chiaramente nell'aula del Sinodo, a Roma, il 22.10.2010 dicendo: "Il Corano permette al musulmano di nascondere la verità al cristiano e di parlare e agire in contrasto con ciò che pensa e crede. Il Corano dà al musulmano il diritto di giudicare i cristiani e di ucciderli con la jihad (guerra santa). Ordina di imporre la religione con la forza, con la spada". 
       Secondo il vescovo libanese, a causa del dettato coranico "i musulmani non riconoscono la libertà religiosa, né per loro né per gli altri. Non stupisce vedere tutti i paesi arabi e musulmani rifiutarsi di applicare integralmente i diritti umani sanciti dalle Nazioni Unite. (...) Nel Corano, poi, non c'è uguaglianza tra uomo e donna, né nel matrimonio stesso in cui l'uomo può avere più donne e divorziare a suo piacimento, né nell’eredità in cui l’uomo ha diritto a una doppia parte, nè nella testimonianza davanti ai giudici in cui la voce dell’uomo equivale a quella di due donne".

http://www.libero-news.it/news/516059/Vescovo_contro_Corano___Ordina_di_imporre_l_Islam_con_la_spada_.html 

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