La festa di
tutti i santi che noi oggi celebriamo è davvero un memoriale
dell'autunno glorioso della Chiesa. È la festa contro la solitudine,
contro ogni isolamento che sta nel cuore dell'uomo. Oggi noi dovremmo
cantare: «Non siamo soli, siamo una comunione!». Oggi dovremmo rinnovare
il canto pasquale perché, se a Pasqua contemplavamo il Cristo vivente
per sempre alla destra del Padre, oggi, grazie alle energie di
resurrezione sprigionate dalla Pasqua, noi contempliamo quelli che sono
in Cristo alla destra del Padre: i santi. A Pasqua cantavamo che la vite
era vivente, risorta; oggi la Chiesa ci fa cantare che i tralci hanno
dato il loro frutto, che i tralci, mondati e potati dal Padre sulla vite
che è Cristo, hanno portato una vendemmia abbondante e che questi
grappoli, questi frutti della vite sono insieme un unico vino: quello
del regno di Dio. Se non ci fossero i santi, se noi non credessimo alla
comunione dei santi del cielo e della terra, saremmo chiusi in una
solitudine disperata e disperante.
(Un monaco della Chiesa d'occidente)