I FALSI “ESORCISTI”
Nota a cura dell’Associazione Internazionale Esorcisti
Roma - 7 agosto 2017
Come
già rilevato in altre occasioni, in questi ultimi tempi le diocesi di Paesi
come l’Italia hanno visto aumentare, da parte di persone che si ritengono
afflitte dal maligno, la richiesta di informazioni circa la presenza e
l’attività sul territorio di esorcisti.
Entrare
in merito alle ragioni di questo fenomeno e all’effettiva necessità di un
intervento esorcistico nei singoli casi, esula dall’oggetto di questa nota.
Ciò
a cui, come Associazione Internazionale Esorcisti, chiediamo che si ponga
attenzione è il concomitante aumento di “offerte di esorcismo” da parte di
sedicenti esorcisti, che spesso si servono di Internet non solo per
reclamizzare la loro “professione”, ma anche per esercitarla “a distanza”.
In
tutti questi casi, sia che si tratti di sedicenti esorcisti che operano per
contatto diretto con le persone e i luoghi da “esorcizzare” (benedicendo,
imponendo le mani, compiendo altri riti), sia che si tratti di sedicenti
esorcisti che operano attraverso Internet (dando consigli e benedizioni per via
telematica o inviando per posta o per corriere materiale “adatto” a scacciare
spiriti e influenze maligne), si sappia con tutta certezza e senza eccezioni di
avere a che fare con persone non autorizzate, false e truffatrici, che
sfruttano il dolore e la credulità della gente, approfittandosi dell’ignoranza
religiosa e della superficialità di cui, purtroppo, molti oggi sono vittime.
I
criteri per distinguere questi truffatori non fanno riferimento all’apparenza
con cui si presentano, né a ciò che essi dichiarano. Spesso, infatti, ostentano
volti sorridenti, modi pacati, ambiente saturo di immagini sacre o di
raffigurazioni di angeli buoni, ecc.; come anche dicono di agire per
disinteresse, di essere credenti in Dio, di essere buoni cristiani, di avere
l’aiuto di spiriti buoni o anche di santi, ecc.
I
criteri per distinguere questi truffatori fanno invece riferimento all’assenza
di gratuità con cui essi operano e all’assenza di un mandato ufficiale da parte
della Chiesa per poter operare.
Anzitutto
circa l’assenza di gratuità, forse non subito, ma certamente più tardi, questi
truffatori esigeranno del denaro. Se non come tariffa, almeno come offerta
prima o poi ne arriverà la richiesta. Non è poi escluso, in alcuni casi, il
rischio che queste persone cerchino di sfruttare, oltre che economicamente,
anche sessualmente i loro clienti, con il pretesto che quel genere di atti
serve a cacciare il male. La Chiesa Cattolica, nella sua dottrina, ha sempre
insegnato che il ministero dell’esorcistato deve essere svolto gratuitamente e
tra i criteri per discernere l’idoneità ad esercitare il ministero di esorcista
ha sempre evidenziato quello di essere “alieno da ogni cupidigia di beni
umani”. Inoltre la Chiesa Cattolica mette in guardia i suoi esorcisti dal dire
o dal fare la minima cosa che possa generare un solo pensiero cattivo in sé e
negli altri.
Il
criterio decisivo per riconoscere i malintenzionati e i truffatori, è quando è
assente un mandato ufficiale da parte della Chiesa, ossia una licenza speciale
ed espressa da parte di un Vescovo diocesano a un sacerdote. Nessuno, infatti,
nella Chiesa Cattolica
può presumere di dedicarsi a scacciare i demoni e a
impedire la loro azione maligna straordinaria se non è un sacerdote autorizzato
e confermato dalla Chiesa alla quale Cristo a conferito il potere e il mandato
di cacciare i demoni nel Suo Nome.
Probabilmente
queste affermazioni da alcuni non saranno capite, in particolare da quei
cattolici che, come direbbe papa Francesco, hanno una fede in Cristo “all’acqua
di rose”; ma come Associazione Internazionale Esorcisti non possiamo, per il
bene di tutti, specie dei sofferenti, astenerci dal mettere in guardia uomini e
donne dal cadere nelle mani di quei sedicenti esorcisti che, in realtà, non
sono altro che truffatori.
Perché
in tal caso il danno che ne verrebbe non sarebbe solo quello di perdere
inutilmente del denaro, ma quello di compiere un atto di superstizione, che
potrebbe aggravare il male, se già presente, oppure introdurlo.