Ilyas
Khan, filantropo britannico, racconta pubblicamente la sua coraggiosa
conversione dall'Islam al cattolicesimo.
di
Salvatore Cernuzio
Sono
tanti i musulmani che vorrebbero rinunciare alla propria fede e abbracciare il
cristianesimo, ma la paura delle persecuzioni dei propri correligionari li
spinge spesso a non aderirvi.
Tuttavia
c’è chi ha avuto il coraggio di fare questa scelta, non solo nell’intimo del
suo cuore ma raccontandola pubblicamente sul sito del National Catholic
Register.
Si
tratta di Ilyas Khan, filantropo britannico, nato da genitori musulmani,
cresciuto in Gran Bretagna, banchiere di formazione, proprietario della squadra
di calcio Accrington Stanley, nonché presidente della Leonard Cheshire
Disability, la più grande organizzazione mondiale di aiuto alle persone
disabili.
“Alla
mia fede ha contribuito molto l’educazione avuta fino ai 4 anni” ha dichiarato
Ilyas all’intervistatore che gli domandava cosa lo avesse portato alla fede.
“Mia madre era molto malata – prosegue - così fu una mia nonna, profondamente
cattolica, ad accudirmi nei primi anni; non potevo non considerarmi se non
cristiano”.
Dai
4 anni fino ai 17 anni, però, Ilyas fu educato e cresciuto come musulmano.
Racconta: “Intrapresi gli studi universitari, la Provvidenza Divina intervenne
ancora e scelsi di andare a soggiornare presso la Netherhall House, uno
studentato dell’Opus Dei”.
Il
tempo trascorso in quello studentato lo avvicinò alla spiritualità e alla fede
cattolica. Lui stesso afferma in proposito: “Non posso dire di essere stato
condotto alla fede inconsapevolmente, anzi fu proprio tra i 18 e 19 anni che
scoprii personaggi come Hans Urs Von Balthasar, e consultai continuamente
i testi presenti nella biblioteca dove cominciai a interessarmi di teologia,
imbattendomi così in Sant’Agostino e Origene”.
Quelle
letture provocarono nel giovane Ilyas un moto interiore che già allora lo
spingevano ad uscire allo scoperto e gridare il proprio credo, ma la paura di
arrecare un dolore profondo ai genitori, ancora in vita, soffocò tutto.
La
svolta decisiva, ricorda Khan, fu un “maggior grado di consapevolezza di
tutta la mia vita e delle mie basi morali". "Il desiderio di
abbandonare l’Islam era profondo, ma è stata la spinta di Cristo che alla fine
mi ha portato alla decisione” ha aggiunto.
Un
contributo fondamentale arrivò, poi, dal “vivere quotidianamente la vita della
Chiesa", durante il suo soggiorno in Asia, precisamente a Hong Kong
all’età di venticinque anni. Proprio lì, la chiesa cinese di San Giuseppe “fu
il luogo dove mi avvicinai al cattolicesimo tradizionale. Dai venticinque anni
in poi non ho mai dubitato di essere cattolico”.
Ma
ci fu un momento in particolare che segnò indelebilmente la sua fede: una
“visione” durante una visita nella Basilica di San
Pietro. Ricorda: “Stavo camminando per la Basilica e mi ricordo di
essermi letteralmente arrestato vedendo la Pietà di Michelangelo; mi sono giunte
mille domande nel guardare quel volto della Madonna che guardava il suo Figlio.
Ho detto tra me e me: ‘Questo è Dio; non può non essere Dio’. Per
l’Islam dire che Dio si è fatto uomo è un’eresia; lì mi son caduti tutti i
dubbi. La bellezza e l’atmosfera attorno a quello spettacolo hanno segnato
il punto di svolta”.
Una
grande testimonianza quella di Ilyas Khan che, se da un lato, è stata un
incoraggiamento per tutti coloro che hanno ancora dubbi o paure sul proprio
credo; dall’altro, ha provocato reazioni negative tradottesi in dirette minacce
di odio e di morte.
Nonostante
ciò, Ilyas non ha paura di manifestare la propria fede, né di gridarne
pubblicamente la bellezza, tanto da essere considerato oggi in Gran Bretagna,
“il più importante neoconvertito al cattolicesimo”.
Fonte: Zénit 01 Agosto 2012