giovedì 18 novembre 2010

La purezza

Il filosofo francese André Comte-Sponville, che si definisce « ateo fedele », offre questa riflessione interessante sulla purezza:

« Non vi è nulla di puro o d’impuro in sé. Dalla stessa saliva si fa lo sputo o il bacio; dallo stesso desiderio nascono lo stupro o l’amore. Ciò che è impuro non è il sesso, ma è la forza, la costrizione. È impuro tutto ciò che umilia, avvilisce, profana, abbassa; e tutto ciò che è senza rispetto, senza dolcezza, senza riguardi per l’altro.
La purezza non si trova in una qualunque ignoranza o assenza di desiderio – sarebbe in quel caso una malattia e non una virtù – ma nel desiderio senza colpa e senza violenza, nel desiderio accettato e condiviso, nel desiderio che eleva (…). Il puro non vede il male dove non è; l’impuro, invece, vede il male ovunque, e ne gode. Il puro non vede male dappertutto, ma solo laddove si trova realmente (…). Amare con purezza significa consentire alla non-possessione, all’assenza di potere e di controllo, all’accettazione gioiosa e disinteressata della persona amata. L’amore che prende è impuro; quello che dona o contempla è puro. Amare, amare veramente, amare con purezza, non vuol dire prendere! Amare significa: guardare, accettare, donare e perdere, rallegrarsi di ciò che non si può possedere o di ciò che ci manca, rallegrarsi di quello che ci fa infinitamente poveri, ed è proprio in questo che troviamo l’unico bene e l’unica ricchezza ».

A. Comte-Sponville, Petit traité des grandes vertus, PUF, Paris 1995, p. 263.



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